lunedì 23 luglio 2012

La lista dei Kipoint chiusi



Che l'apertura di un punto vendita Kipoint fosse una truffa bella e buona, questo l'abbiamo ripetuto più volte. 

Accade però che, sebbene i truffati urlino a gran voce tutto il proprio sdegno nei confronti di un marchio, quale Poste Italiane, che ha ben pensato di architettare un piano ingegnoso per raccimolare i soldi di ignari investitori, esiste ancora qualcuno che rimane scettico.

E come dargliene torto? Quando si parla di Kipoint e di Poste Italiane la situazione si delinea tra il surreale e il tragi-comico.

Per dimostrarvi che quel che diciamo è il vero, ecco a voi la lista dei punti vendita che hanno chiuso per fallimento dalla nascita del progetto, avvenuta nel 2004, fino ad oggi.

Se doveste parlare con qualcuno degli alti dirigenti chiedendo loro il motivo di così tante chiusure, loro probabilmente negheranno. Ma basta una connessione ad internet, per verificare che quel che diciamo è il vero.

1 ) Ki001   Torino
2 ) Ki002   Bassano del Grappa
3 ) Ki003  Bitonto
4 ) Ki005  Grosseto
5 ) Ki006  Torino
6 ) Ki007 Assago
7 ) Ki008  Verona
8 ) Ki009  Martina Franca
9 ) Ki010 Napoli
10) Ki 011 Torino
11) Ki 012 Avellino
13) Ki 013 Milano
14) Ki 014 Carpi
15) Ki 015 Chiuso
16) Ki 016 Roma
17) Ki 017 Alessandria
18) Ki 018 Roma
19) Ki 019 Altamura
20) Ki 021 Bologna
21) Ki 022 Roma
22) Ki 023 Cagliari
23) Ki 024 Marano
24) Ki 028 Taranto
25) Ki 029 Torino
26) Ki 030 Chiuso
27) Ki 031 Novara
28) Ki 032 Belluno
29) Ki 033 Chiuso
30) Ki 034 Alghero
31) Ki 035 Campobasso
32) Ki 037 Frattamaggiore
33) Ki 038 Perugia
34) Ki 039 Bari Via Dante
35) Ki 040 Messina
36) Ki 042 Ascoli Piceno
37) Ki 043 Chiuso
38) Ki 045 Reggio Calabria
39) Ki 047 Rimini
40) Ki 048 Monza
41) Ki 050 Mantova
42) Ki 051 Trapani
43) Ki 052 Perugia
44) Ki 053 Chiuso
45) Ki 054 Torino Corso Novara
46) Ki 055 Chiuso
47) Ki 056 Fano
48) Ki 058 Ragusa
49) Ki 062 Busto Arsisio
50) Ki 064 San Banedetto del Tronto
51) Ki 065 Chieti
52) Ki 066 Palermo
53) Ki 067 Benevento
54) Ki 069 Napoli
55) Ki 070 Rivoli
56) Ki 073 Pisa
57) Ki 077 Pomezia
58) Ki 078 Modena
59) Ki 079 Roma
60) Ki 080 Roma – Via Deleva
61) Ki 083 Treviso
62) Ki 084 Viareggio
63) Ki 085 Catania
64) Ki 087 Chieri
65) Ki 089 Foligno
66) Ki 092 Verona
67) Ki 094 Sora
68) Ki 096 Bisceglie
69) Ki 097 Reggio Emilia
70) Ki 098 Bergamo
71) Ki 099 Lamezia Terme
72) Ki 101 Sassuolo
73) Ki 102 – Chiuso
74) Ki 104 Salerno
75) Ki 105 Roma – Via Blaserna
76) Ki 106 Vibo Valentia
77) Ki 110 Casalecchio
78) Ki 111 Lanciano
79) Ki 112 Lodi
80) Ki 114 Legnano
81) Ki 118 Palermo
82) Ki 119 Sanremo
83) Ki 121 Ravenna
84) Ki 124 Potenza
85) Ki 129 Casal Monferrato
86) Ki 130 Vicenza
87) Ki 132 Verbania
88) Ki 134 Bolzano
89) Ki 136 Vallo della Lucania
90) Ki 139 Paternò
91) Ki 143 Marostica
92) Ki 146 Vicenza
93) Ki 147 Milano – Via Murillo
94) Ki 148 Mai aperto
95) Ki 150 Sarzana
96) Ki 152 Marigliano
97) Ki 155 Rende
98) Ki 158 Arzignano
99) Ki 163 Firenze
100) Ki 164 Montecchio
101) Ki 165 Roma – Via dei Castagni
102) Ki 167 San Giorgio a Cremano

Tutti i punti vendita Supermedia non effettuano spedizioni SDA.
Non accetta e non effettua spedizioni SDA: Ki 145, Ki 100, Ki 093


lunedì 9 luglio 2012

Caro Franchisor, i conti non tornano


Che il franchising Kipoint del Gruppo Poste Italiane sia una truffa, quello è stato ormai appurato.
Ho già riportato qui alcuni fatti accaduti a me durante la presa dei contatti con i responsabili del gruppo Kipoint e lo svolgimento dell'attività commerciale.
Oggi, però, vorrei proporvi la situazione di un altro affiliato Kipoint, questa volta con sede a Roma: qui viene riportata la lettera che scrisse al suo avvocato, per informarlo dei fatti che stavano accadendo.


"Egregio Avv. Giovanni Adamo,
Il sottoscritto xxxx (...).
Verso la fine dell’anno 2004 venni a conoscenza, tramite ripetuti incontri tenutisi a Milano con rappresentanti della società Kipoint S.r.l., della possibilità di intraprendere un’attività in franchising nel settore dei servizi alle imprese, attraverso il marchio “KIPOINT – Gruppo PosteItaliane”. In occasione di questi incontri, durante i quali mi venne illustrato il contenuto dell’iniziativa, mi fu anche consegnato dal franchisor del materiale informativo abbastanza dettagliato nel quale erano esplicitati i termini dell’accordo di franchising, ivi inclusa una stima dell’investimento iniziale richiesto ai potenziali nuovi franchisee, nonché un business plan che la Kipoint S.r.l. aveva commissionato a una società di consulenza direzionale e revisione contabile molto nota a livello internazionale e che simulava l’andamento del fatturato e dei margini operativi lordi dei primi due anni di attività di un nuovo affiliato. La convinzione di poter accedere con un investimento iniziale non troppo oneroso ad un business sulla carta molto redditizio e che in tempi relativamente brevi avrebbe potuto raggiungere il cosiddetto “break even”, unitamente alla possibilità di stipulare un accordo per l’utilizzo di un marchio contenente il brand sicuramente prestigioso di “Poste Italiane”, mi spinsero a valutare in termini positivi l’opportunità e di conseguenza a firmare nei mesi successivi con la Kipoint S.r.l. un contratto di franchising, stipulato in data 21/03/2005 per la durata di 7 anni."

"Con mio rammarico, tuttavia, l’attività in questione non ebbe a decollare come da me auspicato e ciò principalmente in ragione del fatto che le cifre prospettatemi nei mesi precedenti all’accordo furono smentite dai fatti, ossia dall’effettivo andamento economico dell’iniziativa. Per prima cosa, l’investimento iniziale superò di circa il 40% quanto preventivato nei documenti che la Kipoint S.r.l. mi consegnò nella fase di trattativa. In essi, infatti, alcune spese, sia tra quelle da sostenere nella fase iniziale (costituzione societaria, ristrutturazione dei locali, tasse e altri oneri), sia tra quelle previste a regime (utenze, pubblicità e promozione, spese del personale), erano largamente sottostimate, mentre altre ancora non erano neppure citate (acquisto di beni e servizi da alcuni fornitori imposti dal franchisor a prezzi decisamente più alti rispetto a quelli di mercato). A ciò si aggiunga che l’andamento dei successivi quasi quattro anni in cui l’attività della mia azienda rimase in funzione (precisamente dal 1 luglio 2005 al 28 febbraio 2009) fu caratterizzato da numeri decisamente inferiori a quelli preventivati secondo le stime fornite dalla Kipoint S.r.l., tanto che il bilancio della mia società si chiuse in passivo in tutti i quattro anni di esercizio (con una perdita complessiva stimabile oggi in circa 70.000 euro, interamente ricoperti dalle quote versate dai soci), fino alla liquidazione della stessa società decisa dall’assemblea dei soci in data 9 gennaio 2009. In particolare tengo a sottolineare come, nonostante un promettente inizio e gli sforzi profusi da me e dai miei collaboratori (peraltro riconosciuti dalla stessa Kipoint S.r.l. dalla quale ricevetti in più occasioni apprezzamenti per il mio operato come affiliato), mai i nostri numeri giunsero ad essere confrontabili con quelli presentati nel business plan che mi era stato presentato al momento della firma, sia in termini di fatturato mensile, sia soprattutto in termini di margine di contribuzione, ciò a causa della fortissima concorrenza che avemmo a riscontrare in tutti i settori nei quali l’attività dei centri Kipoint si misuravano con il mercato e con la sproporzione tra i costi da sostenere per offrire un servizio di livello accettabile nei settori di nostra competenza e i ricavi ottenibili applicando le tariffe di mercato ai nostri clienti, di certo molto lontane dai prezzi consigliati da Kipoint S.r.l.. Lo stesso marchio “Poste Italiane” si dimostrò alla lunga un’arma a doppio taglio, in quanto i nostri servizi venivano offerti molto spesso a prezzi ancor più concorrenziali dagli stessi uffici postali, con un ovvio danno in termini di concorrenza che giungeva dalla nostra stessa “casa madre”.
Ritengo di aver maturato la ferma convinzione che il “business Kipoint” così come mi venne proposto, e come, a quanto mi risulta, viene ancor oggi prefigurato ai potenziali nuovi affiliati, non presenta certo le caratteristiche di redditività né di attrattività decantate dal franchisor e difficilmente un imprenditore che desideri approcciare tale opportunità può aspettarsi un esito diverso dal dissesto finanziario nel giro di pochi anni.

In fede."